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Kimi Raikkonen Italia Forum

Le illazioni dei tabloid e la verità del dottor Harstein, 23.01.2014, 13.30 | Rassegna F1 |

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ElyKimi
view post Posted on 23/1/2014, 13:55     +1   -1




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23 gennaio 2014 – Dopo che il ‘Daily Mail’ ha riportato che Michael Schumacher potrebbe rimanere in un persistente stato vegetativo, Gary Hartstein, ex delegato medico FIA per la Formula 1, ribatte seccamente sul suo blog facendo chiarezza sulla situazione e sulle aspettative per lo sfortunato ex ferrarista.

Ieri il ‘Daily Mail’ ha pubblicato un articolo molto allarmante sul futuro di Michael Schumacher. Il tabloid britannico ha riportato le parole di Jean-Marc Orgogozo, professore ordinario di neurologia presso l’Università di Bordeaux, che spiega come ogni giorno in più passato in coma dal campione tedesco riduca le speranza di un miglioramento della sua situazione. Viene inoltre rilanciata l’ipotesi fatta da un sito web austriaco, il ‘format.at’, che ha scritto che Schumacher soffrirebbe di sindrome apallica, ossia di uno stato vegetativo persistente che quando si protrae nel tempo si suppone essere irreversibile. L’ex ferrarista non sarebbe dunque più in grado di parlare, muoversi o nutrirsi da solo, rimanendo in una condizione di coma farmacologico. In questi casi le probabilità di guarigione sono di molto inferiori al 50%.

Hartstein e EcclestoneProntamente è arrivata la replica di Gary Hartstein, per tanti anni medico della Formula 1, che sta seguendo il caso di Schumacher aggiornando costantemente il suo blog e cercando di chiarire i dubbi dei tanti tifosi del tedesco. Hartstein specifica che le sue spiegazioni si basano su quanto comunicato dai dottori che seguono il sette volte campione del mondo e dalla sua esperienza clinica ma non da un contatto con l’equipe medica o da uno sguardo alle radiografie eseguite sul paziente. Secondo il dottore americano, Schumacher è quasi certamente ancora nell’Unità di Terapia Intensiva, dato che se fosse stato trasferito probabilmente ne sarebbe stata data notizia. Se è ancora attaccato a un respiratore, è probabile che gli sia stata fatta una tracheostomia, più confortevole per il paziente e che gli risparmia potenziali danni alle corde vocali. Riguardo alla questione del coma, Hartstein ritiene che il livello di sedazione a cui è stato sottoposto il tedesco sia stato alleggerito, ora che è stata superata la fase più critica.

Per l’ex ferrarista potrebbe essere cominciato un periodo di svezzamento dal ventilatore. Se questo procede, ci si può rilassare per un paio di settimane e vedere come la situazione evolve. Ciò significherebbe che sono stati compiuti dei progressi che renderebbero impossibile un pronostico sul decorso per Schumi. Allo stesso tempo, è possibile anche un’alternativa opposta: la sedazione viene eliminata perché Michael tollera il tubo del respiratore ma non è in grado di respirare adeguatamente da solo e non mostra segni significativi di miglioramento. Questa è l’ipotesi peggiore, in questo caso sarebbe altamente probabile che non riprenda mai coscienza.

Hartstein spiega poi con chiarezza la differenza tra una condizione “critica” e una “stabile”. Viene definita critica quanto è minacciata la vita del paziente o un suo sistema vitale. Stabile, invece, significa che non ci sono cambiamenti e di solito il paziente viene mantenuto entro limiti normali. Dunque per Schumacher, che non è più critico ma stabile, si può dire che i suoi parametri sono accettabilmente costanti.

Schumacher Dottori GrenobleSi passa poi a un’analisi delle possibili condizioni finali di Schumacher, contro quelle informazioni che Hartstein definisce imprecise, ambigue e fuorvianti, riferendosi al ‘Daily Mail’. Il dottore ricorda le parole del neurochirurgo Stephane Chabard: “Michael ha un sacco di ematomi nel cervello, a sinistra, a destra e nel mezzo“. Quel “mezzo” è la parte di cervello deputata alla consapevolezza, all’eccitazione, al controllo della pressione sanguigna, alla respirazione, alla deglutizione… il neurochirurgo, intenzionalmente o meno, ha dipinto in questo modo un quadro neurologico catastrofico.

La conclusione di Hartstein è questa: è altamente improbabile che vedremo ancora il Michael Schumacher che conoscevamo. Sarà già un trionfo della medicina e della resilienza fisica umana se il tedesco sarà in grado di camminare, nutrirsi, vestirsi e se conserverà elementi significativi della sua personalità. In questo caso, si tratterà di vedere quanto bene le funzioni superiori (memoria, concentrazione, lettura…) si riprenderanno.

All’opposto, c’è la possibilità del coma continuato. Questa è l’opzione più catastrofica ma da non escludere in base a ciò che si sa sulle lesioni cerebrali primarie e al periodo relativamente lungo di coma. I pazienti in coma possono emergere da questa situazione in misura sufficiente per aprire gli occhi e per avere cicli regolari di sonno-veglia, ma non dimostrano alcuna interazione con l’ambiente e nessun segno di funzione superiore. Questo è lo stato che si definisce vegetativo. Solitamente dopo 4 settimane si parla di stato vegetativo persistente, dopo un anno di stato vegetativo permanente. Circa il 50% dei pazienti con trauma cranico che si trovano in uno stato vegetativo a un mese dall’infortunio diventa cosciente, spesso con una significativa compromissione neurologica. Se lo stato vegetativo persiste per sei mesi, la percentuale scende al 20, di solito con insufficienze gravi. Dopo un anno, la ripresa della coscienza è molto rara e, quando accade, le funzioni sono gravemente alterate.

Considerando che un paziente in stato vegetativo non mostra segni di consapevolezza , un paziente in uno stato di minima coscienza mostrerà chiari segni di consapevolezza di sé e/o dell’ambiente. Questo può includere obbedire agli ordini semplici , un po’ di uso del linguaggio intelligibile, o altri comportamenti che sembrano “diretti all’obiettivo”. Alcuni esempi potrebbero essere adeguate risposte emotive, l’eye-tracking, il movimento costante e un’adeguata vocalizzazione in risposta al linguaggio. Questi segni di solito fluttuano durante il giorno e nel tempo. È importante sottolineare che le possibilità di recupero significativo di uno stato di coscienza minima sono superiori da uno stato vegetativo. Restano, tuttavia, piuttosto deludenti.

Hartstein conclude dicendo che c’è sì motivo di preoccupazione, di grande preoccupazione, ma non c’è ragione di perdere la speranza. Ogni persona che lavora con pazienti con questo tipo di infortuni ha visto alcuni di loro, gravemente feriti e da cui non ci si aspettavano dei miglioramenti, avere un recupero accettabile. L’invito del dottore è dunque quello di aspettare, pregare e restare vicini a Michael e ai suoi cari.

www.f1passion.it/2014/01/f1-schumacher-le-illazioni-dei-tabloid-e-la-verita-del-dottor-harstein/
 
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