| Ho letto anche io, come penso pure taluni tra voi, le ipotesi affiorate sul web a proposito di un ritorno di Kimi Raikkonen in Formula Uno. Il nome dell’ultimo campione del mondo targato Ferrari è stato legato alla Red Bull, la cosa è stata smentita dai vertici bibitari, comunque è plausibile che se ne torni a parlare, figuriamoci.
Ma io, se fossi Kimi, non tornerei in F1. Per nessuna ragione.
Mi spiego.
Solo un ambiente culturalmente insano come l’automobilismo moderno poteva decidere di emarginare, a fine 2009, un ‘manico’ come il finlandese. E badate che non mi sto riferendo alla Ferrari. La Ferrari ha fatto una sua scelta, la si può condividere o rifiutare, ma ci sta che una squadra preferisca X a Y.
Ciò che non ha senso, è che, per giunta in un contesto non zeppo di fuoriclasse, checchè ne dicano delirando gli incompetenti, Raikkonen non abbia trovato una collocazione adeguata.
Faccio un esempio calcistico così ci capiamo al volo. Se il grande Guardiola al Barcellona decide che Ibra gli ha rotto le palle, non è che Ibra va a giocare a squash. Finisce al Milan. Poi, e va bene, saranno i risultati, nel medio e lungo termine, a chiarire se aveva ragione Guardiola o aveva ragione Ibra.
In F1, dove la logica viene sovvertita da altri elementi, Ibra-Kimi non guida più per un top team e ahi e bai e ciao.
Questa è la premessa.
Il seguito.
Io al posto di Raikkonen non tornerei, nemmeno con la Red Bull, perché alla velocità dei mutamenti dell’era post moderna anche solo due stagioni di stop rischiano di essere troppe. L’evoluzione tecnologica è frenetica. Tu puoi ancora essere buono, come sensibilità di guida, ma dovresti recuperare una pratica che nel frattempo è clamorosamente cambiata. Il gap nei confronti di un Vettel (se vai alla Red Bull) potrebbe essere enorme. E non per colpa tua.
Inoltre, c’è una questione di motivazioni.
Io sono Kimi. Il sogno di una carriera l’ho coronato. Ho vinto il mondiale. E l’ho vinto in un modo che milioni di ferraristi (e non solo i ferraristi) potranno mai dimenticare. Tre piloti in un punto a fine stagione Irripetibile, credo.
Chi me lo fa fare? Non ho più niente da dimostrare. A parte i venduti e i tonti, nessuno può dire che sono più lento di Alonso, giusto per fare un esempio. Possono dire che parlo poco o che non so indirizzare il lavoro degli ingegneri, ma visti gli esiti Ferrari del 2010 e del 2011 anche su questo ci sarebbe da fare un ragionamento. In lingua finlandese.
Infine, se tornassi un certo giornalista che conosco sarebbe costretto a rivelare il segreto di quella volta a Dubai e questo non va bene…
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